STORIA
La Pieve romanica di San Prospero è situata a Colecchio, comune della provincia di Parma, collocata sulla collina che domina il paese. Venne edificata nell’XI secolo in stile romanico lombardo, sulle rovine di un antico tempio pagano. In seguito fu dedicata al culto del santo di cui porta il nome, vescovo che nel medioevo godeva a Reggio-Emilia di una forte devozione. Secondo le testimonianze di alcune fonti trecentesche alla pieve venne sin da subito collegato un altro edificio, l’ospedale di Santa Maria, struttura retta dai cappuccini e dove oggi trovano spazio i locali parrocchiali.
Le linee romaniche della chiesa sono oggi difficilmente rintracciabili. Numerosi sono stati, infatti, gli interventi effettuati sulla struttura nel corso dei secoli, tanto da comprometterne in modo radicale l’aspetto originale. I primi restauri risalgono al XIII secolo, periodo nel quale vennero effettuate le maggiori operazioni di ripristino della chiesa: ascrivibili a tale data sono gli ampliamenti della mappatura originale e la costruzione dell’alto presbiterio, delle tre navate, ancora oggi presenti, e della torre campanaria. Nel XV secolo si registrarono operazioni di ripristino, come la soppressione delle capriate, seguita dalla costruzione delle volte e delle cappelle laterali. Nel XVI secolo vennero in seguito aggiunte, ai lati della chiesa, sei cappelle che poi saranno demolite durante i successivi provvedimenti di restauro. La situazione non si modifica sostanzialmente fino al 1922, quando si decise di riportare la chiesa al suo splendore originario. Fu durante questa lunga operazione di ripristino che venne ricostruita la facciata e una nuova torre campanaria in stile romanico, separata dal corpo della chiesa, e modellata su quella del Duomo di Parma. Nel 1935 venne demolita la parte anteriore, e venne inserito nella facciata l’antico portale.
NOZIONI STORICO-ARTISTICHE
La pieve di San Prospero si configura come una struttura di notevole pregio storico artistico. La mappatura della chiesa è di forma basilicale, a tre navate, con tre absidi e i loro relativi altari: dalle fonti documentarie riguardanti la struttura, le absidi laterali risultano ascrivibili all’XI secolo, mentre quella centrale, di forma rettangolare, risale al XII secolo. Nonostante i vari interventi di restauro sembrano però inalterate la parte posteriore della pieve, la base del tiburio e una pietra angolare dell’antico campanile; ma anche la facciata conserva ancora il portale romanico polilobato, con capitelli ornati di foglie e i simboli evangelici. Procedendo verso l’interno della chiesa troviamo ancora elementi dell’XI secolo, come le colonne e i pilastri, che riportano figure zoomorfe e fantastiche. Di considerevole interesse è la vasca battesimale, collocata dal XIII secolo a sinistra dell’entrata: è in calcare a forma di tronco rovesciato ed è ornata da archetti intrecciati tra loro con colonnine in bassorilievo. Al di sopra di questa si nota il rilievo in marmo bianco in stile bizantino con il battesimo di Gesù nel fiume Giordano, testimonianza superstite di una recinzione presbiteriale perduta, ascrivibile al XII-XIII secolo.
LETTURE CONSIGLIATE
S. Stocchi “Italia-Romanica/l’Emilia-Romagna”, Jaca Book, Milano, 1984.