STORIA
La ricostruzione storica del Duomo di Reggio Emilia, situato in piazza Prampolini, risulta molto articolata per le diverse fasi costruttive e i numerosi restauri compiuti nei secoli, tuttora in corso. Fino al 903, i documenti più antichi indicano la Cattedrale di Reggio con il titolo di San Prospero, che si identifica in quella chiesa posta al di fuori delle mura della città. Successivamente il Vescovo di Reggio, avvalendosi delle facoltà concessagli dal Re Ludovico III, attraverso l'atto di donazione del 31 ottobre del 900, in seguito all'incursione degli Ungari, decise di far costruire una nuova Cattedrale presso la canonica di Santa Maria, già istituita nell'857. Quindi è probabile che la prima cattedrale di Reggio Emilia sia stata eretta, proprio nella posizione attuale, tra gli anni 904 e 942. Vi sono inoltre versioni differenti che riguardano l'edificazione della chiesa o su di un tempio pagano dedicato a Bacco o su di un tempio in onore di Apollo andato distrutto per ordine di Costantino. Di sicuro a partire dal 979 la nuova cattedrale cominciò la sua stagione di massima espansione, quando il Vescovo Ermenaldo contribuì a rafforzare il suo ruolo, collocandovi le spoglie di San Prospero. Si presuppone inoltre che il Duomo fu ricostruito dopo il Mille, alla fine del secolo XI, il che si accorda perfettamente con le date di edificazione delle più grandi cattedrali romaniche delle altre città dell'Emilia Romagna come Modena e Fidenza. La cattedrale di Reggio però giunse al Cinquecento con un aspetto interno molto disomogeneo in quanto le strutture romaniche convivevano con le volte a crociera del Quattrocento e con il transetto e le absidi di gusto rinascimentale. Al periodo cinquecentesco risale il rifacimento della facciata, commissionato a Prospero Sogari, detto il Clemente, che fece occultare tutta la parte inferiore per collocarvi i marmi del nuovo progetto. Anche l’interno subì una vera opera di omogeneizzazione, con la quale l'architetto senese Cosimo Pugliani inglobò l'antica struttura romanica in una trabeazione dorica. Nel 1623 sul transetto venne innalzata la cupola che fu realizzata dal sacerdote reggiano Paolo Messori e affrescata su progetto dello scenografo reggiano Francesco Fontanesi nel 1779.
NOTIZIE STORICO-ARTISTICHE
L'antica struttura del Duomo di Reggio, dopo la presunta ricostruzione dell'XI secolo, si rifaceva allo schema toscano, rappresentato da San Miniato al Monte di Firenze. Aveva infatti la pianta a croce latina, a tre navate con transetto ed era contraddistinta dalla presenza della navata trasversale che insieme alla cappella absidale sostituivano la terza campata tipica del modello toscano. Un altro elemento estraneo a questo schema toscano è il tiburio ottagonale che, costruito nel 1269 nell'ambito del cosiddetto restauro Malaguzzi, sovrastava la facciata della chiesa e oggi è rilevabile solo all'esterno, reso evidente dall'attuale torre campanaria. A partire dall'anno Mille, sono state eseguite anche altre numerose opere di considerevole valore artistico proprio come il mosaico pavimentale, l'affresco bizantineggiante con Cristo in mandorla e angeli e santi che fino al 1960 ornava la facciata della chiesa, i resti dell’ambone antelamico dei primi del XIII secolo e i leoni stilofori, oltre agli affreschi, alle colonne, ai capitelli e ai resti dei matronei di epoca romanica. Partendo dal mosaico pavimentale, che si estendeva alle tre campate della navata centrale, esso fu ritrovato nel 1897 e venne datato intorno al XII-XIII secolo. É diviso in diversi riquadri con decorazioni varie per argomento e tecnica, in cui si distinguono le parti originarie da quelle rifatte. Infatti le rappresentazioni delle lotte dei mostri sono visibili nei resti più antichi, riprodotte dai restauri, dove vi sono le scene bibliche di Eva sedotta dal serpente e di Daniele nella fossa dei leoni. Inoltre agli inizi del secolo XIII si attribuisce anche la costruzione della cripta che appare interessante per il reperto dell'altorilievo del Pantocratore, il quale proviene dal parapetto dell'ambone o dal pontile sovrastante la cripta. Questo significativo pezzo scultoreo è stato datato tra il 1220-1230 ed è attribuibile alla cerchia antelamica. Al centro di questa decorazione scultorea, entro una mandorla che racchiude il cielo stellato, vi è collocato il Cristo Pantocrator seduto in trono e scalzo, con la mano destra elevata a benedire e la sinistra a reggere il libro del creato. Questa figura è circondata da quattro simboli alati degli Evangelisti e da due angeli maestosi ai lati. Di provenienza antelamica sono anche i leoni stilofori, i quali è probabile che prima reggessero le colonne portanti dell'ambone del Duomo. Infine, all'interno dell'edificio, che presenta una pianta cruciforme segnata dalla navata maggiore, dal transetto e dal coro, i pilastri dividono la navata centrale dalle navate laterali. Su quest'ultime si affacciano cinque cappelle per parte, dove sono collocati i più significativi sepolcri, dipinti e opere di illustri artisti del Cinquecento e Seicento quali Bartolomeo Spani, Domenico Cresti detto Passignano, Cristoforo Roncalli detto Pomarancio, Orazio Talami, Palma il Giovane, Annibale Carracci e Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino.
LETTURE CONSIGLIATE
N. Artioli, L' origine della cattedrale di Reggio Emilia, Cesena 1977.
E. Monducci, V. Nironi, Il Duomo di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1984.
W. Montorsi, Il Duomo di Reggio Emilia nei secoli IV e VI: le cinque basiliche, Modena 2002.