STORIA
Al centro della piazza principale di Sarsina troneggia la cattedrale dedicata a San Vicinio, patrono e primo vescovo della città, che fu definita come uno dei monumenti più pregevoli ed interessanti di stile romanico in Emilia Romagna. La chiesa, eretta probabilmente in epoca bizantina, venne ricostruita in modo radicale intorno al Mille in forme romaniche. A partire dal 1656, un vescovo di nome Cesar Righini decise di demolire la sopraelevazione del presbiterio e la cripta sottostante. Le numerose trasformazioni che si sono susseguite nel corso dei secoli e i rifacimenti barocchi sono stati eliminati da un'efficace campagna di restauro durata dal 1958 al 1966, programmata e compiuta dal vescovo Carlo Bandini, che riuscì a restituire alla cattedrale le sue linee originarie.
NOTIZIE STORICO-ARTISTICHE
Questo imponente edificio romanico presenta una severa costruzione in laterizio, dove il massiccio campanile fa corpo unico con la facciata a doppio spiovente. Nella parte superiore la facciata si mostra sobria e disadorna, in caldo mattone, ma allo stesso tempo particolarmente elegante. Il coronamento sottogronda è costituito da una piccola cornice a denti di sega. L'unica abside, divisa da due semicolonne, è ben conservata e presenta la stessa sobrietà e lo stesso coronamento che caratterizza la facciata. Invece nella parte inferiore della facciata risaltano cinque arcate cieche, separate da quattro semi-colonne sormontate da capitelli tardo-bizantini. La facciata è inoltre contraddistinta dagli addentellati di un portico che è stato forse demolito o mai costruito. Al di sopra l'ingresso, nella lunetta, vi è anche un mosaico che raffigura il santo titolare con la mitria da vescovo e con quella tipica catena considerata miracolosa dai suo devoti. Inoltre una grande quantità di reimpieghi lapidei romani e di pezzi di origine protocristiana sono collocati lungo i fianchi della cattedrale. Sul fianco sinistro è infatti visibile un sarcofago marmoreo che viene identificato con l'arca di San Vicinio e sul fianco destro è posizionata una raccolta ricca di epigrafi, cippi e altri frammenti scultorei. La struttura interna austera e solenne è provvista di una pianta tipica della basilica latina, a tre navate, monoabsidata e scandita in dieci campate da coppie di pilastri in laterizio e di archi in pietra. La copertura è in legno, a capriate. Degno di menzione è soprattutto il ricco ed interessante arredo scultoreo presente all'interno della cattedrale, che oltre ai frammenti romani comprende in particolare tre pezzi di notevole rilievo: un ambone marmoreo del XII secolo, scolpito con i simboli degli Evangelisti (l’angelo di S. Matteo, il leone di S. Marco, l’aquila di S. Giovanni e il vitello di S. Luca); un paliotto d'altare del X secolo, proveniente dall'abbazia di S. Silvestro in Summano a Montalto, che raffigura Cristo in trono in mezzo a due arcangeli; e un fonte battesimale di origine tardo-romano, con quattro teste stilizzate di capro negli angoli. Infine sempre all'interno della cattedrale, in alcuni punti della chiesa, sono visibili delle tracce dell'originaria pavimentazione romana in cotto e dell'antica cripta demolita.
LETTURE CONSIGLIATE
L. Turci, La cattedrale di Sarsina, Bologna 1976.
P. Pelliccioni, V. Tonelli, Sarsina turistica, Forlì 1977.
S. Stocchi, La cattedrale di Sarsina, L’Emilia-Romagna, Milano 1984.