STORIA
La pieve romanica di Santa Maria Assunta a Rubbiano ha origini molto antiche, infatti fu fondata probabilmente nella metà del VII secolo e comunque viene citata in atti dell’880 e 908. La sua fortuna è probabilmente legata alla sua ubicazione, infatti si trova lungo il tracciato della via Bibulica, la più antica e importante strada di collegamento tra Emilia e Toscana che valica l’Appennino al Passo delle Radici. La pieve acquistò probabilmente grande prestigio e prosperità a partire dal 727 quando i traffici lungo la via Bibulica ebbero impulso a seguito dell’unificazione del territorio ad opera dei Longobardi che già occupavano la Garfagnana.
Quando nel 1071 venne fondata l’abbazia di Frassinoro, la pieve di Rubbiano diminuì il proprio prestigio.
NOTIZIE STORICO-ARTISTICHE
La chiesa plebana di Santa Maria Assunta sorge su una piccola piazzetta presentando ancora oggi il suo stile romanico. All’esterno le tre absidi sono coronate da archetti pensili retti da mensole figurate e sono divise da una monofora. Gli archetti prevalentemente sono sormontati da una cornice dentellata, mentre alcune semicolonne slanciano la costruzione sorreggendo capitelli con motivi vegetali e zoomorfi. Accanto alla chiesa si innalza il campanile del XII secolo dalla linea sobria e massiccia
L’interno della pieve, disposto a croce latina, è a tre navate separate da colonne che sorreggono capitelli, volute, cornici decorate da palmette, foglie d’acanto, figure zoomorfe come leoni e altri animali, e figure antropomorfe. Si possono inoltre notare due colonne più isolate, probabilmente risalenti all’antica planimetria della chiesa. Le due colonne, composte da rocchi sovrapposti, reggono capitelli decorati con foglie d’acanto.
All’interno della pieve si può notare un’acquasantiera del XII – XIII secolo, abbellito da quattro figure femminili: due col corpo di sirena e zampe di arpia. L’acquasantiera si poggia a sua volta su di un capitello ionico di riuso.
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LETTURE CONSIGLIATE
Passaggi e paesaggi. Itinerari nell’Appennino modenese, Modena 2004
L’Appennino Modenese di Ponente, Modena 1996