via Crociarone 12
STORIA
La pieve di S. Stefano sorge a mezzo chilometro da Pisignano, distante nove chilometri da Cervia (RA). È tra le pievi meglio conservate sorte nel ravennate tra l’ VIII e il IX secolo. Durante gli scavi eseguiti nel 1912 furono ritrovati mattoni romani e un frammento di lapide sepolcrale. Probabilmente la chiesa fu innalzata sopra un precedente tempio pagano, in quanto a sostegno dell’acquasantiera era collocata un’ara sacra con la raffigurazione del dio Mitra. Il cippo è ora conservato nel museo arcivescovile di Ravenna. Non si hanno date certe sulla costruzione della pieve. Il primo documento in cui viene nominata risale al 977. Dopo l’anno Mille sono numerosi i documenti in cui essa è menzionata. Inizialmente dipendente dalla città di Cesena, entra a far parte definitivamente della diocesi di Cervia intorno al 1340.
NOTIZIE STORICO - ARTISTICHE
La pieve, interamente in cotto, di piccole dimensioni e ben proporzionata, presenta linee architettoniche semplici e pure.
L’esterno si presenta spoglio e l’uniformità della facciata è interrotta da quattro lesene, due angolari e due centrali, e da un rosone allineato con il portone centrale. Nella parte sud dell’edificio è collocato un frammento di croce con mano benedicente del XII secolo. Queste croci erano poste lungo le strade, per segnalare ai pellegrini la vicinanza di un hospitium dove poter sostare durante il loro lungo cammino.
All’interno la pieve è a tre navate, divise da quattro archi a tutto sesto poggianti su pilastrini a “T”. L’abside è decorata con affreschi cinquecenteschi rappresentanti Dio benedicente e la Vergine tra santi attribuiti al pittore ravennate Luca Longhi (1507-1580). L’abside, all’inizio del XVI secolo, esternamente si presentava a forma poligonale, come spesso avviene nelle chiese ravennati, e non circolare, come la possiamo vedere oggi. Anche il campanile quadrato fu demolito e ricostruito. Nel 1512, infatti, la pieve venne distrutta. Fu restaurata con materiale di recupero prima nel 1912 e successivamente nel 1979/1982. I restauri hanno eliminato gli interventi baroccheggianti che avevano eccessivamente appesantito la struttura originaria, permettendo così di ammirare la piccola pieve protoromanica nella sua semplice bellezza.
LETTURE CONSIGLIATE:
Dino Guerrino Molesi Ravenna: Tipolito STEAR 1981