STORIA
La chiesa di Santa Maria Assunta, collocata all'inizio dell'abitato di Castione Marchesi, è quanto si è conservato di un antico complesso abbaziale benedettino, che venne fondato nel 1033 dal marchese Adalberto, capostipite dei Pallavicino e dalla moglie Adelaide. Sebbene a questa data risalgano le numerose donazioni terriere effettuate dallo stesso marchese all'abbazia, tuttavia bisogna ascrivere solo alla metà del secolo successivo la definitiva costruzione del complesso. L'abbazia rimase inoltre fino al XV secolo nelle mani dei benedettini, per poi essere affidata ai monaci olivetani che la reggeranno fino al suo trasferimento alla diocesi di Parma avvenuto nel 1764. Nell'Ottocento la chiesa, intorno alla quale si può facilmente identificare il perimetro delle antiche mura, cominciò ad assumere tutte le funzioni di parrocchiale ordinari. Dopo continui rimaneggiamenti, le significative campagne di restauro iniziate nel 1954 e terminate nel 1958 hanno ripristinato le sue linee originariamente romaniche soprattutto per quanto concerne la struttura interna.
NOTIZIE STORICO-ARTISTICHE
A differenza dell'interno, la facciata esterna a doppio spiovente mostra i segni evidenti di un romanico di restauro di dubbia autenticità. L'abbazia è costituita da una struttura basilicale a tre navate, retta da pilastri cruciformi a sistema alternato, con cinque campate nelle navatelle e due nella navata centrale, coperte da volte a crociera. Questa struttura sembra proprio ripetere i canoni architettonici dell'ordine cistercense, pur non facendone parte. Infatti la campagna di restauro novecentesco ha messo in evidenza le affinità di questo monumento con l'architettura dell'abbazia di Chiaravalle della Colomba e di Fontevivo, facendo risaltare la dicromia mattone - intonaco. In ogni caso non risulta del tutto semplice distinguere ciò che è autenticamente romanico da ciò che è frutto di rifacimento, come capita per gli splendidi capitelli dei pilastri che sono scolpiti alcuni con forme geometriche e altri con figure zoomorfe. Inoltre l'elemento più interessante di questa abbazia è caratterizzato dai resti di un mosaico pavimentale, che sono stati scoperti durante i rifacimenti novecenteschi, quando si decise di riportare il pavimento al livello originale. Del mosaico originario sono stati ritrovati pochi frammenti, formati da tessere bianche, nere e rosse, ora per lo più staccati e conservati sulla parete nel corridoio della sacrestia. Tali resti sono molto significativi in quanto testimoniano l'esistenza di un'opera musiva risalente al XII secolo, contemporanea a quelle di San Savino a Piacenza e di San Colombano a Bobbio. In questo mosaico si riesce a individuare un motivo decorativo a racemi, oltre a due mutile figurazioni antropomorfe allegoriche, una delle quali si può interpretare come l'allegoria del mese di aprile. Questa supposizione ci induce a pensare che anche qui fosse raffigurato il famoso ciclo dei mesi. Ma recentemente queste figure sono state interpretate come allegoria delle arti liberali; in particolare sono visibili una donna che regge una sfera come raffigurazione dell’Astronomia, il frammento con figura maschile che regge uno scettro come il Re Davide e il busto proteso in atto di soffiare come la raffigurazione di un Vento.
LETTURE CONSIGLIATE
D. Soresina, Enciclopedia diocesana Fidentina,Vol. III, Le parrocchie, Fidenza 1979.
S. Stocchi, L'abbazia di Castione Marchesi, L’Emilia-Romagna, Milano 1984.
R. Farioli Campanati, I mosaici pavimentali di Castione dei Marchesi: nel contesto della cultura ottoniana lombarda, Ravenna 1988.